martedì 25 dicembre 2012

Luigi Necco, il giornalista sportivo gambizzato dalla NCO per aver paragonato il calcio alla camorra.

Luigi Necco, il giornalista sportivo gambizzato dalla NCO
Nell'ottobre del 1980, Antonio Sibilia, presidente dell'Unione Sportiva Avellino, si reca accompagnato da Juary Jorge dos Santos Filho (giocatore dell'Avellino) a una delle tante udienze del processo che vede imputato Raffaele Cutolo, capo incontrastato della Nuova Camorra Organizzata. Durante una pausa saluta il boss con tre baci sulla guancia e gli consegna tramite Juary una medaglia d'oro con dedica («A Raffaele Cutolo dall'Avellino calcio»). Giustificherà il suo omaggio con queste parole: « Cutolo è un supertifoso dell'Avellino; il dono della medaglia non è una mia iniziativa, è una decisione adottata dal consiglio di amministrazione »

L'intera vicenda suscita l'interesse giornalistico di Luigi Necco, che ne parlerà a 90º minuto. Il giorno dopo viene gambizzato in un ristorante di Avellino per mano di tre uomini inviati da Enzo Casillo, detto 'O Nirone,   luogotenente di Cutolo fuori dal carcere. A tale gesto esemplare Cutolo si disse contrario ma Casillo agì ugualmente. La storia non può più passare inosservata ed Antonio Sibilia finisce nel mirino della magistratura.


Scattano, per lui, la detenzione ed un lungo processo per associazione per delinquere di stampo mafioso iniziato il 17 maggio 1984, con l'accusa di essere stato il mandante dell'agguato contro il procuratore della Repubblica di Avellino Antonio Gagliardi, avvenuto il 13 settembre 1982; il processo si concluderà con la totale assoluzione dell'imprenditore irpino.
Il dirigente sportivo
Antonio Sibilia

Nessun commento:

Posta un commento