Incubo dei gioiellieri Era il luogotenente di don Raffaele
08 luglio 2010 — pagina 02 sezione: Nazionale
• Nato il 22 giugno 1958, nocerino, Salvatore Di Maio, soprannominato "Tore o’guaglione", all’inizio degli anni Ottanta, a soli 24 anni, era ritenuto uno spietato luogotenente del capo della Nuova Camorra Organizzata, Raffaele Cutolo.
• Considerato il braccio armato del boss di Ottaviano nell’Agro-nocerino, tra l’ottobre del 1978 e lo stesso mese dell’80 contro di lui furono emessi 4 mandati di cattura. Di Maio inizia giovanissimo ad infrangere la legge: ad appena 15 anni viene multato per guida senza patente, quindi denunciato per il furto di una gettoniera telefonica. Negli anni successivi si specializza nelle rapine alle gioiellerie, ritenuto vicino al boss di Pagani, Salvatore Serra (detto "Cartuccia", morto "suicida" in carcere nel 1981, alcuni mesi dopo l’omicidio del suo legale, il sindaco di Pagani, Marcello Torre), cambia poi alleanza criminale passando dalla parte di Raffaele Cutolo che si opponeva a Serra per il controllo malavitoso dell’agro-nocerino. Assieme ad Antonio Benigno, Salvatore Di Maio nei primi anni Ottanta è il capo incontrastato della Nco nel Salernitano.
• Viene accusato di omicidi, tentati omicidi, rapine ed estorsioni. Arrestato dopo due anni di latitanza il 5 gennaio del 1981, evade dal vecchio carcere di Salerno il 15 giugno del 1982, due giorni dopo essere stato condannato dalla Corte d’Assise a 13 anni di reclusione per associazione per delinquere, rapina ed estorsione. La sua latitanza dura pochi mesi. Il 12 novembre dell’82 viene catturato dall’allora capitano dei carabinieri di Nocera Inferiore, Gennaro Niglio, che lo insegue sui tetti di una villetta di Pomezia. Imputato in numerosi processi ad affiliati alla Nuova Camorra di Cutolo, è stato indicato tra i killer e i mandanti di diversi delitti. Condannato a 6 ergastoli per altrettanti omicidi durante la mattanza di camorra, è stato prosciolto da alcuni reati ed assolto per altri delitti.
• Di Maio è stato assolto dall’accusa di aver fatto parte del commando che uccise Marcello Torre, il primo cittadino di Pagani freddato sotto casa l’11 dicembre del 1980, delitto per cui ventidue anni più tardi è stato condannato solo il mandante, Raffaele Cutolo. Assoluzione anche per l’omicidio della piccola Simonetta Lamberti, 10 anni, colpita per errore il 29 maggio del 1982, in un agguato il cui obiettivo della camorra era il padre, il giudice Alfonso Lamberti, all’epoca procuratore di Sala Consilina. (a. r. c.)
fonte:La città di Salerno
Il cutoliano Salvatore Di Maio
in estate torna un uomo libero
Ex luogotenente di Cutolo è in carcere da quasi 30 anni,
finito il regime di carcere duro ha ottenuto permessi
Il maxi processo
contro la Nco
contro la Nco
SALERNO Salvatore Di Maio, ex luogotenente di Raffaele Cutolo nell'Agro sarnese nocerino, entro la prossima estate sarà "uomo libero". Tore o´guaglione, dopo 30 anni di carcere, anche duro (41 bis), con più di 10 omicidi sulle spalle, e senza mai pentirsi, lascerà le patrie galere. Il traguardo sembra ormai solo questione di tempo.Un primo passo già è stato fatto. Faccia d´angelo (nomignolo datogli per l'espressione candida del suo viso), infatti, ha ottenuto un permesso premio, ad inizio anno, al quale farà seguito un secondo, a fine mese. Consentendogli di abbandonare, per qualche giorno, il penitenziario romano di Rebibbia. Ad accoglierlo, i religiosi di un istituto della capitale dove sembra si trovi bene. Per Legge, dopo dieci anni di carcerazione e buona condotta, il detenuto può avanzare richiesta di permesso. Se concesso, dovrà attendere 45 giorni e riformulare domanda. Un percorso "facile" ma non per chi, come Di Maio, ha avuto il 41 bis e non ha mai pensato, minimamente, di collaborare con lo Stato.
Noto esponente della Nco (nuova camorra organizzata) il 54enne, fedelissimo del "professore di Ottaviano", Raffaele Cutolo, controllava, incontrastato, la zona dell'Agro nocerino sarnese potendo contare sulla fiducia del "capo". A consentirgli il rilevante traguardo è stato il suo difensore, il penalista nocerino Antonio Sarno. "E´ il primo caso in Italia di detenuto con 41 bis che ottiene tale beneficio - spiega l´avvocato Sarno. Il mio assistito ha già ottenuto un permesso-premio e non credo ci siano ostacoli tali da bloccarne altri, in futuro. E´ presto per dirlo ma se continuiamo nel solco intrapreso Di Maio potrebbe presto terminare la detenzione, almeno in carcere". L´avvocato è cauto e la parola "libertà" non la cita anche se il percorso intrapreso porta dritto dritto a quell´epilogo. Facendo due conti, infatti, Di Maio ha terminato la pena, i quasi 30 anni di carcere e l´aver ottenuto permessi-premio la dice lunga sul futuro che si prospetta, di qui a poco. E tutto questo, senza dimenticare che l´ex luogotenente di Cutolo non si è mai pentito. Non ha mai collaborato con la Giustizia, scegliendo la pena, il carcere. Una notizia che circolava da settimane ma che ha trovato ufficialità solo dopo il primo permesso, all´inizio dell´anno, quando il nocerino ha potuto passeggiare per le strade di Roma.
"Appena ottenuto il permesso ho sentito il mio assistito, spiega l´avvocato Sarno, e credo abbia provato sensazioni che non viveva da molto". Il noto penalista nocerino pesa le parole ma si intuisce "l´ emozione" avvertita per la libertà. Insomma, Di Maio, ex luogotenente Nco è il primo caso in Italia di detenuto con 41 bis con permessi-premio e a breve la libertà. Sul suo conto si sono spesi fiumi di inchiostro. La sua militanza nell'organizzazione di Cutolo è stata di breve durata se si pensa che è finito in carcere poco più che ventenne. Si è arruolato giovanissimo conquistando la fiducia del "professore". Coinvolto in quasi 15 omicidi, Di Maio è finito nelle maglie della magistratura anche per omicidi considerati "eccellenti": Come la morte del sindaco di Pagani, Marcello Torre, nel 1980. Omicidio per il quale potrebbe anche essere riaperto il fascicolo, almeno come si sussurra da qualche mese. Come dimenticare la morte di Simonetta Lamberti, figlia di appena 10 anni del magistrato cavese Alfonso che, pur di individuare il colpevole non esitò a contattare Di Maio, per incontrarlo di persona. Poi, le numerose faide e le "trasferte" a Napoli, vicino al capo. Inizia pian piano il declino della Nco spa con guerre intestine che portano a 360 morti ammazzati, in un sol anno. Salvatore viene anche arrestato e clamorosamente evade dal carcere di Salerno. Ad acciuffarlo, tra Roma e Latina, è l'allora capitano dei carabinieri Gennaro Niglio.
Rosa Coppola
18 gennaio 2010
18 gennaio 2010
Il corriere della sera
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