io ve lo giuro, sarebbe 'nu santo...
ma 'ca dinto voi state a pagà
e fora chist'ate se stanno a spassà"
E' senza ombra di dubbio da inserire tra le dieci canzoni italiane più belle mai scritte nel ventesimo secolo. Musica e parole degne veramente di un grande artista quale è stato Fabrizio De Andrè. Sul significato che esprime si potrebbero scrivere libri, e in effetti lo si sta facendo da qualche tempo a questa parte, da quando scrittori del calibro di Pino Aprile hanno ridato linfa alla vecchia "Questione Meridionale". Linfa che sta iniziando a scuotere le coscienze del popolo napoletano, ma non dei suoi politici: peggio per loro!
Sulla canzone vi sarebbero anche alcuni aneddoti che varrebbe la pena di citare. Primo fra tutti il carteggio tra Cutolo e il famoso cantautore genovese.
COME NELLA CANZONE " DON RAFFAE' "
De Andre' : io fui facile profeta, me lo confermo' Cutolo
Fabrizio de Andrè |
Articolo del "Corriere della Sera" del 12 Febbraio 1997
Versione Registrata con immagini del Film "Il Camorrista"
Versione Live
Don Raffaè è una canzone scritta da Mauro Pagani per la musica e da Massimo Bubola e Fabrizio De André per il testo.
La canzone, tratta dall'album Le nuvole del 1990, è particolare in quanto cantata in napoletano. La canzone è stata anche incisa cantata in duetto con Roberto Murolo, che l'ha inserita nel suo album di duetti Ottantavogliadicantare (1992); tale versione è stata inserita anche nella raccolta del 2008 Effedia - Sulla mia cattiva strada. La canzone è stata altresì inserita nell'antologia postuma Da Genova, uscita alla fine del 1999.
Storia
Don Raffaè nasce dalla collaborazione di Fabrizio De André con Massimo Bubola per la stesura del testo, e con Mauro Pagani per la scrittura della musica. L'uso del dialetto non è comunque inusuale per lo stile dell'artista, in quanto appartenente al periodo della svolta world del cantautore.
La canzone è una denuncia della critica situazione delle carceri italiane negli anni ottanta, e della sottomissione dello Stato al potere delle organizzazioni malavitose.
Don Raffaele Cutolo |
Secondo le parole dello stesso De Andrè, «la canzone alludeva a Raffaele Cutolo» noto camorrista e fondatore dellaNuova Camorra Organizzata, sebbene né lo stesso De Andrè né il coautore Massimo Bubola disponessero «di notizie di prima mano sulla sua detenzione». Anche lo stesso Cutolo pensò a una dedica alla sua persona e scrisse al cantautore genovese per chiedergli se “Don Raffaè” fosse effettivamente lui e per complimentarsi, meravigliandosi inoltre di come De Andrè fosse riuscito a cogliere alcuni aspetti della personalità e della sua vita carceraria, senza avere a disposizione informazioni dettagliate. De Andrè rispose alla lettera di Cutolo per ringraziarlo, ma evitò di continuare il carteggio con il boss, e lasciandolo libero di pensare che la canzone fosse dedicata a lui o meno.
Il ritornello della canzone è ripreso chiaramente dal brano O ccafè di Domenico Modugno.
Una incisione del brano è stata realizzata in coppia con Roberto Murolo, ed una esecuzione è stata cantata dai due in occasione del Concerto del Primo Maggio del 1992.
stupido
RispondiEliminaMeritava di morire in casa dopo tutto questa mattina si è parlato dell'ennesima volta di guardie corrotte o che con la divisa non c'entra nulla quindi lo stato ha perso
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