martedì 26 giugno 2012

Don Raffaé, la canzone che De André scrisse ispirandosi a Cutolo

"don Raffaè, Voi politicamente,
io ve lo giuro, sarebbe 'nu santo...
ma 'ca dinto voi state a pagà
e fora chist'ate se stanno a spassà"


E' senza ombra di dubbio da inserire tra le dieci canzoni italiane più belle mai scritte nel ventesimo secolo. Musica e parole degne veramente di un grande artista quale è stato Fabrizio De Andrè. Sul significato che esprime si potrebbero scrivere libri, e in effetti lo si sta facendo da qualche tempo a questa parte, da quando scrittori del calibro di Pino Aprile hanno ridato linfa alla vecchia "Questione Meridionale". Linfa che sta iniziando a scuotere le coscienze del popolo napoletano, ma non dei suoi politici: peggio per loro!

Sulla canzone vi sarebbero anche alcuni aneddoti che varrebbe la pena di citare. Primo fra tutti il carteggio tra Cutolo e il famoso cantautore genovese.


COME NELLA CANZONE " DON RAFFAE' "
De Andre' : io fui facile profeta, me lo confermo' Cutolo


Fabrizio de Andrè
Fabrizio De Andre' sta per salire sul palco per la prova generale del suo nuovo concerto. Per la seconda volta in pochi mesi un fatto di cronaca ricorda una sua canzone. Prima la professionista dell'amore cacciata dalle donne di un paese (come in "Bocca di Rosa"), ora la connivenza mafiosa del vicecapo degli agenti di custodia di un famoso carcere, proprio come viene narrato nella canzone "Don Raffae". "Be', sono un profeta, come Geremia, come Isaia - scherza De Andre' -. Non ci voleva molto per immaginare che un capo della camorra avesse al suo soldo qualcuno del carcere. Con gli stipendi che passa lo Stato ai secondini e la forte personalita' di certi capi camorristici e mafiosi non c'e' da stupirsi se si creano connivenze e legami profondi. La canzone "Don Raffae'" alludeva a Raffaele Cutolo, ma ovviamente ne' io ne' Massimo Bubola, coautore del brano, disponevamo di notizie di prima mano sulla sua detenzione. Immaginate la mia sorpresa quando ho ricevuto una lettera di Cutolo che mi faceva i complimenti per la canzone e aggiungeva: "Non capisco come abbia fatto a cogliere la mia personalita' e la mia situazione in carcere senza avermi mai incontrato". Non si era offeso e gli era piaciuto il verso "Don Raffae' voi politicamente, io ve lo ggiuro sarebbe nnu santo" ed anche quello in cui il secondino gli chiede il favore di trovare un posto di lavoro a un suo parente. Alla lettera Cutolo aveva allegato un libro di sue poesie. Almeno un paio davvero pregevoli. Gli ho riposto per ringraziarlo. Recentemente - conclude De Andre' - mi ha scritto ancora. Pero' stavolta non gli ho risposto. Un carteggio con Cutolo non mi sembra il massimo. Per finire in manette basta assai meno".

Articolo del "Corriere della Sera" del 12 Febbraio 1997



Versione Registrata con immagini del Film "Il Camorrista"

Versione Live



Don Raffaè è una canzone scritta da Mauro Pagani per la musica e da Massimo Bubola e Fabrizio De André per il testo.

La canzone, tratta dall'album Le nuvole del 1990, è particolare in quanto cantata in napoletano. La canzone è stata anche incisa cantata in duetto con Roberto Murolo, che l'ha inserita nel suo album di duetti Ottantavogliadicantare (1992); tale versione è stata inserita anche nella raccolta del 2008 Effedia - Sulla mia cattiva strada. La canzone è stata altresì inserita nell'antologia postuma Da Genova, uscita alla fine del 1999.
Storia

Don Raffaè nasce dalla collaborazione di Fabrizio De André con Massimo Bubola per la stesura del testo, e con Mauro Pagani per la scrittura della musica. L'uso del dialetto non è comunque inusuale per lo stile dell'artista, in quanto appartenente al periodo della svolta world del cantautore.

La canzone è una denuncia della critica situazione delle carceri italiane negli anni ottanta, e della sottomissione dello Stato al potere delle organizzazioni malavitose.

Don Raffaele Cutolo
Nel brano si narra infatti di Pasquale Cafiero, un brigadiere di Polizia Penitenziaria del carcere di Poggioreale ormai sottomesso e corrotto da un boss malavitoso in galera, il Don Raffaè del titolo, a cui la guardia chiede diversi favori (prestargli un cappotto, trovare un lavoro a un suo fratello disoccupato da anni) e offre ripetutamente un caffè, ma anche la condizione di vita agiata all'interno del carcere dello stesso bos. Il brigadiere ha come unica speranza di miglioramento della propria condizione, quella di chiedere intercessione al boss Don Raffaè: per trovare lavoro o una casa, per ottenere giustizia, ma anche per un cappotto elegante da poter usare ad un matrimonio.

Secondo le parole dello stesso De Andrè, «la canzone alludeva a Raffaele Cutolo» noto camorrista e fondatore dellaNuova Camorra Organizzata, sebbene né lo stesso De Andrè né il coautore Massimo Bubola disponessero «di notizie di prima mano sulla sua detenzione». Anche lo stesso Cutolo pensò a una dedica alla sua persona e scrisse al cantautore genovese per chiedergli se “Don Raffaè” fosse effettivamente lui e per complimentarsi, meravigliandosi inoltre di come De Andrè fosse riuscito a cogliere alcuni aspetti della personalità e della sua vita carceraria, senza avere a disposizione informazioni dettagliate. De Andrè rispose alla lettera di Cutolo per ringraziarlo, ma evitò di continuare il carteggio con il boss, e lasciandolo libero di pensare che la canzone fosse dedicata a lui o meno.

Il ritornello della canzone è ripreso chiaramente dal brano O ccafè di Domenico Modugno.

Una incisione del brano è stata realizzata in coppia con Roberto Murolo, ed una esecuzione è stata cantata dai due in occasione del Concerto del Primo Maggio del 1992.

2 commenti:

  1. Meritava di morire in casa dopo tutto questa mattina si è parlato dell'ennesima volta di guardie corrotte o che con la divisa non c'entra nulla quindi lo stato ha perso

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